La mutevolezza del clima negli ultimi anni, dovuta al profondo impatto che l’umano ha sull’ambiente ha sconvolto molti paesi nel mondo e, tra questi, ovviamente trova spazio anche l’Italia. Abbiamo vissuto un’estate caldissima, che ha messo a rischio ettari di boschi e raccolti. Il Bel Paese si trova, oggi, costretto a rinunciare quasi a un frutto su quattro per il crollo di oltre il 27% della produzione nazionale. Il 2021 ha segnato, in media, la presenza di sei eventi metereologici estremi al giorno. Secondo la Macfrut di Rimini, questo è stato un anno nero per il raccolto nazionale, ma vediamo la news nel dettaglio.

Cambiamento climatico, il resoconto sul raccolto nazionale

Il 2021 si è contraddistinto per un alternarsi di temperature particolarmente ambiguo nel corso delle stagioni. In primavera ha regnato il gelo, mentre l’estate è stata soggetta ad aspre siccità e violenti temporali. Stando a quanto dichiarato da Coldiretti, quanto accaduto nell’arco dell’ultimo anno ha prima danneggiato le fioriture e, in un secondo momento i frutti con raccolti scesi al minimo da inizio secolo.

Sono calati drasticamente rispetto alla media degli ultimi cinque anni praticamente tutti i prodotti, dalle mele alle susine, alle pere e i kiwi, le albicocche, le pesche e le ciliegie. Insomma, si è trattato di un vero dramma per i produttori che, a qualunque scala, hanno perso un anno di lavoro. Questo ha portato, inoltre, ad un grave aumento dei prezzi della frutta al carrello.

Ricordiamo, del resto, che il settore ortofrutticolo continui a garantire all’Italia circa mezzo milione di posti di lavoro. Si tratta del 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro annui, tra fresco e trasformato. Sono oltre 300 mila le aziende agricole che coltivano su più di 1 milione di ettari, generando un patrimonio da difendere dal cambiamento climatico sempre più drastico e pericoloso.